INVITO AL VIAGGIO

INVITO AL VIAGGIO

a cura di
elena caslini
Tempo di lettura: 
5
minuti

“…Là tutto non è che ordine e bellezza,
lusso, calma e voluttà…”

Raccontare qualcosa di nuovo su artisti che hanno fatto la storia dell’arte, e di cui è già stato scritto di tutto, non è compito semplice. Tantomeno lo è svelare, con tagli insoliti, aspetti meno conosciuti di figure che sono entrate da tempo nell’immaginario collettivo. Fortunatamente, ci sono musei come la Fondation Beyeler di Basilea che riescono puntualmente nell’impresa, con originalità e rigore scientifico. Quest’anno  il turno di Henri Matisse (1869-1954), protagonista dei Fauves, e autore della celebre Danse e delle scene d’interno che tutti noi conosciamo. Fino al 26 gennaio, il museo lo racconta attraverso oltre settanta capolavori dell’artista, in una mostra che è un viaggio attraverso i suoi viaggi. 

Il concept, nonché il titolo della mostra, viene da un poema molto amato da Matisse: L’Invitation au Voyage di Charles Baudelaire, in cui il sé lirico invita l’amante a lasciarsi trasportare in un viaggio immaginario in terre lontane, e ad accompagnarlo in un mondo ideale evocato attraverso il linguaggio poetico. Baudelaire parla di paesaggio ed idillio, del rapporto tra arte e natura, di luce e colore, e del concetto di “Oriente”, tutti temi che si ritrovano nell’universo pittorico di Matisse. E proprio citando un verso della poesia, Matisse intitola uno dei suoi primi capolavori – incluso a inizio mostra – Luxe, calme et volupté (1904), opera in cui il suo stile divisionista “alla Signac” si trasforma in quello che, l’anno successivo, sarebbe stato definito “Fauve” in relazione a dipinti come La Fenêtre Ouverte, Collioure (1905). Qui, per la prima volta, compare l’idea del quadro come finestra aperta sul mondo, leitmotiv del lavoro successivo di Matisse e suo, personale e simbolico, invito al viaggio.

Il dualismo caratterizza costantemente l’idea che Matisse ha del viaggio. Soggiorni e viaggi in Francia, Italia, Nordafrica, Stati Uniti, Germania, Spagna, Polinesia si alternano a periodi trascorsi a lavorare assiduamente in studio, luogo per eccellenza del viaggio interiore. Per Matisse, viaggiare significa andare alla ricerca della luce perfetta, scoprire altre tradizioni pittoriche e collezionare oggetti da far rivivere nei suoi dipinti, nonché un modo per prendersi una pausa e guardare le cose da una prospettiva diversa. «Quando hai lavorato a lungo nello stesso ambiente», rispose una volta l’artista a una domanda sul significato del “viaggio”, «è utile a un certo punto interrompere la solita routine mentale e intraprendere un viaggio che permetta a parti della mente di riposare mentre altre hanno libero sfogo, specialmente quelle represse dalla volontà. Questo respiro consente un ritiro e, di conseguenza, un esame del passato».

In quella che è la prima retrospettiva dedicata a Matisse in Svizzera in oltre vent’anni, i viaggi dell’artista si incontrano cronologicamente partendo dalle prime opere del 1900, intrise della luce della Costa Azzurra, continuando con i dipinti Fauve e i lavori sperimentali degli anni Dieci, in cui Matisse si confronta con gli affreschi di Giotto visti durante un viaggio estivo in Italia. Il Nordafrica è evocato dai paesaggi marocchini e dalle celebri Odalische sdraiate in interni decorativi. Gli effetti dei viaggi negli Stati Uniti e a Tahiti si ritrovano nella semplicità delle forme e nella purezza del colore dei dipinti dedicati a Lydia Delectorskaya, che fu musa e modella di Matisse durante gli anni Trenta. Il viaggio esistenziale dell’artista si conclude nell’ultima monumentale stanza della mostra, dedicata ai celebri ritagli realizzati da un Matisse ormai anziano e in sedia a rotelle nel secondo dopoguerra. Lui li descrisse come “sogni”, dove la memoria dell’Oceania prende la forma di coralli, pesci, onde, foglie e esseri organici di carta, di quei colori gioiosi e sgargianti che l’artista inseguì per tutta la vita. 

“Matisse. Invitation au voyage”
A cura di Raphaël Bouvier
Fondation Beyeler, Basilea
Fino al 26 gennaio 2025

Immagini: Vue d'installation «Matisse – Invitation au voyage », Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2024 © Succession H. Matisse / 2024, ProLitteris, Zurich / Photo: Mark Niedermann