Il primo museo privato d'Europa dedicato ad artiste donne
Christian Levett colleziona arte da ventinove anni. Ovvero da quando aveva quattro anni, come ama dire scherzando (di anni ne compie 54 quest’anno). Una passione viscerale per l’arte – unita al successo economico di una brillante carriera come manager finanziario – lo porta a creare una straordinaria collezione che dall’arte antica arriva fino al contemporaneo.
Nel 2011, a Mougins, affascinante borgo della Costa Azzurra, apre il MACM (Museo d’Arte Classica), che vince subito il premio Museum Opening of the Year di Apollo. Nel 2023, il cambio di passo: Levett vende tutta la collezione in sei aste da Christie’s tra Londra e NewYork. Il suo nuovo progetto? La fondazione di un museo interamente dedicato alle artiste donne: il FAMM (Femmes Artistes du Musée de Mougins), primo museo del suo genere in Europa, inaugurato lo scorso 21 giugno.
«Nel 2014 ho iniziato a collezionare opere del ventesimo e ventunesimo secolo, sia di artisti uomini che donne», racconta Levett nel suo discorso di inaugurazione sulla terrazza del suo ristorante, L'Amandier. «Ben presto mi sono reso conto che era possibile acquisire capolavori di artiste donne in un modo che non era fattibile, fisicamente ed economicamente, per gli equivalenti maschili». Levett colleziona le campionesse dell’Espressionismo astratto, come Lee Krasner, Joan Mitchell, Elaine de Kooning, Helen Frankenthaler, Miriam Schapiro, per allestire il suo palazzo fiorentino, che apre periodicamente alle visite di studiosi, collezionisti e galleristi, gettando le basi per il FAMM.
La collezione si amplia, geograficamente e temporalmente, per includere le più importanti artiste mai vissute.
«Ho iniziato a studiare una storia dell’arte diversa da quella che si trova nei manuali. Una storia di donne che sono state grandi e che sono state poi dimenticate. La missione del FAMM è semplicemente questa: mostrare il meglio delle migliori artiste degli ultimi centossessant’anni».
Per ripercorrere questa storia tutta al femminile, l’allestimento del museo è pensato cronologicamente.
Si parte al piano terra con l’Impressionismo, con opere cardine di Mary Cassatt ed Eva Gonzales, seguite dal Postimpressionismo e dal primo Novecento. Qui spiccano le artiste surrealiste che stanno vivendo una vera e propria rinascita, tanto critica quanto di mercato: Leonor Fini con Les étrangères, Leonora Carrington con due dipinti e una rara scultura, e un enorme, coinvolgente Dorothea Tanning, Éperdument (To Distraction).
Salendo al primo piano, si incontra l’Espressionismo astratto delle artiste menzionate sopra, per proseguire al secondo piano con la figurazione e le immagini di Dora Maar, Alice Neel, Louise Bourgeois, Marina Abramović e molte altre. All’ultimo piano e al -1 trova spazio l’arte più contemporanea, con alcune delle artiste più in voga sul mercato attuale, da Sarah Lucas a Tracey Emin, da Jenny Saville a Jesse Mockrin.
Se la struttura del museo è pensata come una carrellata di cento opere disposte l’una accanto all’altra, non mancano dialoghi suggestivi tra sensibilità femminili diverse: come il corsetto di Frida Khalo con l’embrione dipinto del suo bambino mai nato, che conversa con la struggente baby mummia di Cultural Exchange (Mummie wants to go home) di Marlene Dumas.
Uscendo dal museo, il dialogo continua, involontariamente, con la gigantesca testa bronzea di Picasso (firmata Gabriel Sterk), che domina l’Avenue Jean-Charles Mallet. Una presenza tanto giustificata (Picasso muore a Mougins nel 1973) quanto ingombrante, di fronte alla quale il FAMM propone l’opportunità di scoprire nuove storie, meno note, che non sono state ancora adeguatamente raccontate.
Elena Caslini (1991) è un’autrice indipendente che vive e lavora a Milano.
Dopo il Master in Storia dell’Arte conseguito con lode presso il Courtauld Institute of Art di Londra, lavora presso gallerie e case d’asta internazionali.
In parallelo, scrive di arte e viaggi, hospitality di lusso e cibo (salutare!), prestando particolare attenzione alle realtà in cui questi mondi si contaminano e a storie di empowerment femminile.
In aggiunta al Blog di The Girl in the Gallery, Elena scrive per riviste come Vogue, Vanity Fair,
Harper’s Bazaar e By’s Magazine.
Credits foto di copertina © FAMM Photos Jerome Kelagopian