Una delle più grandi scoperte subacquee inglesi: la Mary Rose
Re Carlo III di Inghilterra è stato coinvolto in una delle più grandi scoperte dell'archeologia subacquea del XX secolo.
Parliamo della storia della Mary Rose, uno dei vascelli da guerra più importanti della storia inglese. Siamo nell’epoca Tudor, nello specifico sotto il regno di Enrico VIII (1509-1547); il re decise di formare una vera e propria marina militare per fronteggiare le minacce scozzesi a nord e francesi a sud.
Le prime due navi ad essere costruite (1510-1512) furono la Mary Rose e la Peter Pomegranate. Ma perché questo nome, Mary Rose? Il richiamo alla rosa, simbolo della casata dei Tudor appare chiaro, ma sembra esserci di più. Infatti in quegli anni era usanza dare nomi con attinenza religiosa ai vascelli, in particolare alla Vergine Maria veniva dato l’appellativo di “Mystic Rose” (Rosa Mistica). Questo legame simbolico conferiva alla nave un significato profondo, rappresentando non solo il potere militare inglese, ma anche un'iconografia religiosa importante per il tempo. Il nome della nave gemella, Peter Pomegranate, richiama invece direttamente San Pietro e il melograno, simbolo della dinastia di Caterina d'Aragona, moglie di Enrico VIII. Le navi, quindi, simboleggiavano anche la “royal couple”.
Durante la sua carriera al servizio della Corona, la Mary Rose partecipò a numerose battaglie. Tuttavia, il suo destino tragico giunse durante la Battaglia del Solent, avvenuta tra il 18 e il 19 luglio 1545. Situata nel canale tra la Gran Bretagna e l'Isola di Wight, la Mary Rose affondò in modo singolare quanto improvviso; sembra infatti che la nave, dopo aver aperto il fuoco contro una nave francese, subì un’imbardata su un fianco tale (forse a causa anche di una folata di vento improvvisa) che fece entrare acqua dai portelli dei cannoni del ponte più basso, facendo poi affondare l’imbarcazione a 14 metri di profondità. Dell'equipaggio di circa 500 uomini, solo 35 sopravvissero alla tragedia.
Dopo diversi tentativi di recupero falliti nei secoli successivi all'affondamento, il relitto della Mary Rose fu finalmente individuato nel 1971, a soli 2 km dall'entrata del porto di Portsmouth. Iniziò così una campagna straordinaria di scavo e studio, che coinvolse archeologi, conservatori, storici, esperti di ingegneria navale e subacquei per oltre 10 anni. Questo sforzo collettivo non solo portò alla luce più di 19.000 oggetti durante circa 27.000 immersioni, ma stabilì anche nuovi standard per gli scavi subacquei in tutto il mondo.
Ed è proprio in questa fase che vediamo Re Carlo III, allora Principe del Galles, partecipare attivamente alle ricerche. Dal 1974 al 1982, il Principe Carlo si immerse ben nove volte per supervisionare da vicino le operazioni di recupero della Mary Rose. La sua partecipazione non solo diede maggiore visibilità al progetto, ma dimostrò anche il suo profondo interesse per la storia e il patrimonio culturale britannico. Carlo fu anche nominato presidente del The Mary Rose Trust, l'organizzazione responsabile della gestione delle ricerche e della conservazione del relitto.
È ormai diventata famosa, almeno nell’ambiente archeologico subacqueo, una battuta del Principe che descriveva le immersioni nel Solent:
“It was like swimming in a kind of lentil soup. You couldn't see anything until it was under your nose” (Era come nuotare in una specie di zuppa di lenticchie. Non potevi vedere niente fino a che non era sotto il tuo naso).
L'11 ottobre 1982, in diretta TV, circa 60 milioni di persone in tutto il mondo assistettero con il fiato sospeso al recupero del relitto della Mary Rose. Durante l'operazione, vi furono momenti di assoluta tensione. Mentre la gru sollevava lentamente il relitto dal fondale, un angolo della struttura cedette improvvisamente, facendo sbattere una parte della nave proprio vicino al punto in cui il Principe Carlo stava osservando. Per un attimo, il silenzio cadde sulla scena mentre tutti trattenevano il respiro, temendo il peggio. Fortunatamente, l'incidente non causò feriti, ma mise in evidenza la complessità e la delicatezza dell'operazione di recupero.
Ad oggi, la Mary Rose è l’unica nave da guerra del XVI secolo ad essere in mostra in tutto il mondo. È esposta e conservata al Mary Rose Museum a Portsmouth, inaugurato nel 2013. Il museo non solo celebra la storia marittima e militare inglese, ma offre anche ai visitatori l'opportunità unica di esplorare la vita a bordo di una nave da guerra del XVI secolo, attraverso migliaia di reperti e oggetti recuperati.
Giacomo Pullano è un archeologo con una forte passione per il mondo antico, in particolare gli aspetti legati alla navigazione e alla marineria. È laureato in Egittologia e Vicino Oriente all'Università di Pisa, con una specializzazione in Maritime Archaeology presso la University of Southampton (UK). Attualmente lavora al Museo delle Navi Antiche di Pisa, con l'obiettivo di avvicinare adulti e bambini alle storie di antichi relitti, al commercio e alla vita a bordo delle imbarcazioni in epoca romana. Giacomo è anche un fotografo entusiasta, appassionato di sport, amante della natura, degli animali e del trekking.
Credits foto di copertina © Mary Rose Trust (maryrose.org)